"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”

 

Anche quest’anno il 27 gennaio nelle aule del nostro Istituto Comprensivo è stata protagonista la storia, una storia crudele e per molti scomoda da ricordare, a tal punto da negarla. Parlare di Shoah non è mai facile; spiegare ai nostri alunni le atrocità commesse da esseri umani nei confronti di altri esseri umani, in nome di ideali assurdi e inconcepibili come quello della razza pura, tuttavia è doveroso affinché in futuro ciò non si ripeta.

“L’indifferenza porta alla violenza, perché l’indifferenza è già violenza”, diceva la senatrice a vita Liliana Segre in occasione dell’evento, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, che ricorda la deportazione degli ebrei di Milano dal Binario 21. Come educatori abbiamo il compito di responsabilizzare i nostri alunni, cittadini del futuro, mostrargli cosa succede quando si decide di girarsi dall’altra parte, per non vedere. Per questo i ragazzi si sono impegnati in tantissime attività, letture, dibattiti e lavori grafici come quelli della classe 3C che riferiscono quanto segue: “Non siamo riusciti a rimanere indifferenti e abbiamo cominciato a documentarci guardando film, interviste, racconti e leggendo libri sull’ argomento, per poi realizzare, infine, dei cartelloni per rappresentare tutto questo orrore. I nostri lavori hanno illustrato le rotaie su cui viaggiavano i treni della morte, il cancello di Auschwitz con la terribile scritta: IL LAVORO RENDE LIBERI, la stella di David, le divise naziste, ordinate e pulite in netto contrasto con il pigiama a righe, “divisa” dei deportati. E poi la rosa rossa, per noi il simbolo della speranza: di fronte al nero della morte, campeggia il rosso della vita".

Importante e significativa è stata anche l’esperienza delle classi 1E e 2E, che hanno sentito direttamente dai reduci Sami Modiano e Liliana Segre, i racconti atroci di chi porta dentro di sé il fardello di essere tornato e che nello stesso tempo ha avuto la forza ed il coraggio di trasformare questo peso in testimonianza.